giovedì 10 settembre 2015

Pensieri seriali #SummerEdition

Non è stata solo un'estate di sangue, morti ammazzati, botte, morti ammazzati malissimo, squartamenti e dolore. No, non è stata solo un'estate di Sons of Anarchy.

Da vera alternativa quale sono ho scelto un criterio innovativo nell'indicare le serie che hanno popolato la mia estate: la data di messa in onda.


Nella mia classifica delle migliori serie del 2014 Halt and catch fire si era guadagnato un meritato terzo posto. L'attesa per la seconda stagione era alta e ho pregato in tutte le lingue che non mandassero tutto a ramengo.
Non lo hanno fatto.
Nonostante un inizio poco accattivante e con qualche difetto, nel giro di poche puntate sono stati in grado di risollevarsi e di ritornare in carreggiata, alla grande. Il risultato è che continua ad essere una delle mie serie preferite, grazie anche a due personaggi che mi piacciono tanto, interpretati da Scoot McNairy e Kerry Bishé (e lei si meriterebbe anche qualche riconoscimento in più). Oltre che avere una delle opening che mi intrippano di più.
Adesso bisogna solo incrociare le dita e sperare nel rinnovo (maledetti americani che non lo guardano). 

Voto: 8,5


Se non avete visto UnReal chiudete tutto ed andate a procurarvelo, adesso!
Dopo alcune settimane di martellamento insistente da parte di amica, ho ceduto ed ho iniziato UnReal, complice anche il fatto di dover necessariamente staccare qualche giorno dalla quinta stagione di Sons of Anarchy che mi stava portando all'autodistruzione. 
Che Unreal sia una serie trasharola è palese, d'altronde l'oggetto è incontrastabilmente trash (reality del tipo The Bachelor). Ma si è rivelata una serie capace di far riflettere e di inquietare, con la descrizione dei beceri meccanismi da reality dove il più pulito c'ha la rogna.
Shiri Appleby è BRAVISSIMA. BRAVISSIMA.
Se avete voglia di staccare il cervello e di vedere qualcosa di più leggero (ma non troppo) senza però mai scadere nel nonsense e nell'insulso, UnReal fa al caso vostro.
DISCLAIMER: Il prodotto potrebbe provocare seria dipendenza, utilizzare con cautela. 

Voto: 7,5 


Questa sì, è la serie trash dell'estate, quella che continui a guardare nonostante gli attori cani, la trama che fa acqua da tutte le parti, soluzioni assurde e probabilità di rinnovo vicine allo zero. 
Ma l'ho vista tutta e se la cancellano sono pronta a richiedere un risarcimento per aver perso 13 ore della mia vita.
La storia non è male, aveva del potenziale ed alcune puntate mettono anche la giusta dose di hype. Il grande punto a favore è la presenza dei bambini, alcuni creepy come non mai, che superano di gran lunga in bravura tutto il parco attori adulti.
Posso dire con sicurezza che dovessi trovarmi di fronte bambine come Harper e Minx, cambierei strada terrorizzata. 
A dei bambini bravissimi corrispondono dei genitori cani e fondamentalmente cretini. Barry Sloane si merita il premio come attore più cane, a tratti (molti) imbarazzante. Milo Ventimiglia ha un ruolo limitato e tutto sommato porta a casa il risultato, anche se decisamente discreto. Lily Rabe in alcune puntate ha insediato Sloane per il premio. 
Minx la ritroverete anche nel nuovo film di Muccino. 

Voto: 5+ 


Parto subito col dire che non ho visto l'originale svedese, il mio giudizio è influenzato dalla mancanza di una pietra di paragone importante. 
Humans mi è piaciuto tanto per l'argomento trattato, la delicatezza nel raccontarlo, Gemma Chan splendida nell'interpretare un Synth senza emozioni. Le sue sono le parti più belle di tutta la serie, almeno a pari merito con la straziante storia di William Hurt e del suo synth tutto difettoso. 
Da quanto leggo è una copia carbone dell'originale svedese, ma me la sento di consigliare questa versione, ben realizzata ed in grado di commuovere. 

Voto: 7,5


Come si dice in questi casi? La migliore serie che non state guardando.
Arrivata alla terza stagione Rectify continua sulla sua luminosa strada. Un prodotto ottimo, capace di emozionare ad ogni singola puntata attraverso tutti i personaggi, anche Tawnie sì.
Ne sono completamente innamorata e le puntate finali mi sono piaciute talmente tanto che, crepi l'avarizia, il mio voto è 10.


La nuova comedy FX di cui non si sa ancora nulla sul rinnovo.
Johnny Rock, cantante di una rock band mai decollata, cerca ancora disperatamente di diventare famoso. Quando scopre, dopo 20 anni, di avere una figlia ricca, brava e gnocca, che cerca il supporto del padre e della sua vecchia band, pensa di aver finalmente svoltato.
Qualche risata la strappa, intrattiene senza troppi problemi ma nel finale perde tanto non capendo nemmeno dove voglia andare a parare.
Poteva essere molto di più, si è rivelato un prodotto perdibile. 

Voto: 6,5 


Partiamo dalle basi: per vedere Wet Hot American Summer First day of camp è propedeutico Wet hot american summer - il film. 
Considero una genialata l'aver richiamato l'intero cast del film per interpretare sempre dei 16enni, Per alcuni il passare del tempo è stato impietoso, altri sono rimasti tali e quali (vedi Paul Rudd ed Elizabeth Banks). 
L'altra genialata è stato inserire nel cast Jon Hamm, che nel ruolo dell'eccentrico ci calza sempre a pennello. 
Il problema è la comicità demenziale, il suo marchio di fabbrica, che non sono riuscita a digerire.
Tutto troppo sopra le righe, tutto troppo nonsense, tutto troppo cretino.

Voto: 6

                                    

Miniserie HBO in 6 parti, diretta da Paul Haggis e che vede tra gli sceneggiatori quel David Simon di The Wire, Show me a Hero racconta una storia vera, quella di una città americana, Yonkers.
Ambientato tra il 1987 ed il 1993, narra principalmente la storia di Nick Wasiscko, diventato il più giovane sindaco d'America nel 1987, a soli 28 anni, il quale ha affrontato nel suo mandato il grosso problema della costruzione di case popolari, in quartieri bianchi, destinate ai neri.
Nelle due puntate finali diventa estremamente potente, raccontando un eroe decaduto e la voglia di cambiamento della popolazione nera, speranzosa di poter finalmente scappare dai ghetti, nei quali per anni sono stati segregati, e vivere finalmente in abitazioni degne di questo nome. 
Show me a hero raccontata uno spaccato di storia americana ancora attuale (e d'altronde la questione di Yonkers si è chiusa solo nel 2007), una storia che sulla carta potrebbe risultare noiosa ma che è, invece, potentissima.
Ed ho capito che a Yonkers son tutti di origine italiana.

Voto: 9+ 


All'uscita del trailer non ero così convinta di Narcos, mi ispirava poco e pensavo che lo avrei abbandonato dopo un paio di puntate. 
In definitiva l'ho iniziato perché ad un prodotto Netflix si dà sempre una chance e perché nel cast figura Pedro Pascal (soprannominato dalla sottoscritta "lo strappamutande").
Ed invece è stato amore a prima vista, con una parvenza di binge watching, dai 2 puntate al giorno posso definirle così. 
Il grandissimo pregio di Narcos è l'avere uno stampo documentaristico. Non si è limitato a ricostruire l'ascesa e la caduta di Pablo Escobar, ma intelligentemente ha inserito materiale storico permettendo di approfondire la Storia colombiana. 
Tutto gira perfettamente, dal voice over mai invadente, al cast ben calato nella parte, all'uso massiccio della doppia lingua (ed anche Netflix finalmente ci è arrivata). 
Non sono nella schiera delle persone che loda i prodotti Netflix sempre e comunque, vedi Sense 8 che trovo un prodotto mediocre o Marco Polo che ha degli evidenti difetti, ma Narcos è, fino ad ora, una delle sue migliori serie. 

Voto: 8+

A questa lista manca True Detective - season 2.
E manca per un chiaro motivo: non sono riuscita a superare la terza puntata, la noia ed il sonno hanno preso il sopravvento. Pizzolato ci hai provato, ma ti è uscita una mezza schifezza. 






domenica 6 settembre 2015

Testament of Youth

HEDAUVILLE  novembre 1915

La luce del sole sulla lunga strada bianca
un nastro ai piedi della collina,
le clematidi di velluto che fanno da cornice
al davanzale della finestra
ancora ti stanno aspettando.
Ancora una volta l'ombroso laghetto
vedrai increspato attorno ai piedi,
e quando l'usignolo canterà nel bosco,
senza saperlo tu potrai incontrare
un altro sconosciuto, mia cara.
E se non sarà tanto invecchiato
come il ragazzo che conoscevi,
meno superbo, e forse più degno,
tu non lasciarlo andare...
(la margherita è più sincera della passiflora!)
e andrà tutto bene.
R.A.L.

Ci ho pensato un mese. 
Ero tentata di scrivere qualcosa su Testament of Youth. 

Mi sono resa conto che non ne sono in grado; la storia è troppo intensa, carica di dolore, di forza e di speranza, perché possa sporcarla con le mie parole. 

Vi dico solo una cosa: fatevi un regalo e leggete il libro di Vera Brittain. Avrete l'onore di conoscere una splendida donna ed una storia autobiografica che vi farà riflettere come pochi libri sanno fare. 

Non fate l'errore di vedere prima il film, sì, carino, ma nulla in confronto alle parole della Brittain.