sabato 16 maggio 2015

I 15 libri importanti della mia vita (per ora)

Con i miei soliti tempi biblici (sono passati "solo" due mesi da quando ho letto il post di Recensioni ribelli, da un'idea di Il buio in sala) arrivo anche io con la lista, più o meno confusa, dei 15 libri importantissimi.
Non quelli che ritengo più belli, solo quelli che mi hanno in qualche modo segnato o lasciato un ricordo indelebile.
Una lista che riflette la mia passione per i classici di cui ho fatto indigestione per tutta l'adolescenza nella convinzione che non potessi approcciarmi al "nuovo mondo letterario" senza una solida base culturale ed avendo, poi, dovuto ammettere che mi diverto molto di più a leggere di tempi passati che dei miei contemporanei. Probabilmente  sono nata vecchia.




Parto da uno dei primi libri che abbia mai letto.
Lettrice ossessivo-compulsiva già dalla tenera età di 9 anni (e probabilmente ero molto più dedita allora che oggi), Roal Dahl è stato uno dei primi grandi amori.
La Fabbrica di cioccolato è uno dei pilastri della mia infanzia/preadolescenza, ma è stato Matilde a rubarmi il cuore, con la sua intelligenza e furbizia.
Probabilmente avessi letto ai tempi "Il giardino segreto" oggi sarebbe in lista, purtroppo, però, l'ho letto solo lo scorso anno.


Forse una scelta estremamente banale.
Ma è uno dei libri che più mi ha segnato, mi ha aperto gli occhi e mi ha reso più consapevole di alcune dinamiche. Sicuramente ci starebbe bene anche in una lista dei libri che più meritano. 

Gli scrittori francesi dell'800 sono la mia grande passione e sono la dimostrazione che la scuola non rovina poi tutto. Letteratura francese è una delle pochissime materie che credo di aver fatto "con i sani sensi", grazie ad una professoressa appassionata e ben organizzata.
Zola mi ha accompagnato dall'inizio alla fine del quinto superiore ed era presente ad ogni benedetta interrogazione, come abbia fatto a non odiarlo è ancora un mistero. 
Il Ventre di Parigi è uno dei miei preferiti tra quelli che ho letto fino ad ora. Il caro Emilio aveva il dono superbo di descrivere paesaggi, città, colori e profumi in un modo tale da farteli sentire anche attraverso la carta. Oltre che farti deprimere in maniera spropositata. 
L'unico che ho fatto fatica a terminare è stato Germinale, un sano mattone. 


Chi è il tuo scrittore contemporaneo preferito? Jonathan Coe.
Un libro acquista un valore inestimabile quando lo si legge nel "periodo giusto". 
Al di là della bellezza de "La casa del sonno", ho avuto la fortuna di leggerlo in un periodo in cui anche io avrei potuto benissimo essere un personaggio del romanzo, acquistando, così, un valore aggiunto. 


Questo è un libricino che non posso spiegare.  Leggetelo, tutti. 


La saga di Martin acchiappa tantissimo, nonostante non la ritenga di alta qualità. Adesso che ci penso non so se si merita un posto nella mia classifica, dato che il caro CiccioMartin per pubblicare un libro ci mette decenni e fa perdere la pazienza anche alla persona più calma del mondo.
Probabilmente è uno dei libri importantissimi della mia vita perché è l'unico che coprirà almeno dieci anni della mia esistenza, in attesa della fine. 


Ci sono pochi libri che, dopo più di dieci anni, al solo ricordo, ti trasmettono ancora un forte senso di claustrofobia, inadeguatezza, tristezza, depressione, male di vivere. Tutte sensazioni che ho provato leggendolo e sono ancora forti al solo ricordo. 


Dumas: uno dei miei grandi amori. Mi mancano pochi titoli ed avrò letto tutto quello che lui (o i suoi ghostwriter) ha scritto. 
Il Visconte di Bragelonne chiude la trilogia dei Tre Moschettieri, un bellissimo mattone di 1276 pagine che ho divorato nel giro di poche settimane. Perché è importantissimo? Perché non solo è una delle storie che amo di più, ma perché è il primo libro in assoluto che mi ha fatto piangere. Arrivata alla fine ricordo di aver avuto gli occhi pieni di lacrimoni che mi impedivano di leggere il resto. 
Il mio preferito è sempre stato Athos, così, per conoscenza. 


Irene Némirovsky è una scrittrice che ho scoperto solo da qualche anno e che si è conquistata un posto tra i miei preferiti sin da subito, una penna eccellente. 
Già la storia della scoperta di Suite Francese (scoperto dalle figlie della scrittrice, morta nei campi di concentramento nel 1942, solo qualche anno fa, pubblicato poi nel 2004), potrebbe essere un romanzo a sé. 
Un vero peccato che sia incompiuto, dato che nelle intenzioni della Némirovsky doveva comporsi di cinque racconti, ma i due che è riuscita a terminare sono di una rara bellezza, con particolare attenzione al secondo, "Dolce". 


Uno dei primi classici che ho letto, una pietra miliare nell'educazione di una giovane donna. 


Perché non l'ho letto prima? Perché ho aspettato così tanto tempo prima di leggerlo? Perché nessuno non mi ha mai costretto? 
Non lo avete letto? VI COSTRINGO IO! 


Quanti libri ho letto nei 6 mesi di lezioni di Diritto del Lavoro!
Se la frequenza è obbligatoria ma la capacità del prof di farti capire la qualunque sotto lo zero, arrivati alla terza lezione hai già trovato il modo di impiegare meglio quelle 4 ore settimanali. 
Il solo problema che ho avuto con Il mulino sulla floss è che non mi è stato possibile leggere il finale in aula. Non mi sembrava il caso di aprire i condotti lacrimali in mezzo a 300 persone. 


Il mio primo libro fantasy (e se non fosse arrivato George Ammazzotutti Martin, anche l'ultimo). Non amo il genere, ma l'immensa bravura di Tolkien ha fatto il miracolo. 


Mi ero ripromessa di non mettere due libri dello stesso autore, ma con Hugo mi è praticamente impossibile rispettare la regola. L'ultimo giorno di un condannato a morte spalanca le porte alle riflessioni e non poteva che segnarmi per il tema trattato, I Miserabili è molto in cima tra i miei libri preferiti e non potevo di certo lasciarlo fuori. 
Riflettendoci, sono passati ben 12 anni da quando l'ho letto. Avevo 16 anni, era novembre ed eravamo in autogestione per modo di dire, non facevamo lezione per 3 ore ma in pratica non potevamo fare nulla. 12 anni ed è come se lo avessi letto ieri. 


L'ho lasciato per ultimo per un preciso motivo: non so immaginarmi senza i libri di Jane Austen. 
E' una compagna di vita perché anche nella quotidianità ritrovo caratteristiche dei suoi personaggi nella gente che incontro.
Ne dovevo scegliere solo uno e non sono andata sul classico Orgoglio e Pregiudizio, bensì ho scelto Emma, l'eroina più complicata e meno facile da amare, con un carattere forte e predominante, poco simpatica ai più, piena di difetti ma in grado di imparare dai propri sbagli e cambiare. 
Forse un po' mi ci rivedo in lei, potrebbe essere questa la ragione del mio amore nei suoi confronti. 
Di certo non sono né bella, né ricca, né intelligente come Miss Woodhouse, però quel carattere difficile, poco simpatico e un po' autoritario ci accomuna. 
Emma ha anche il mio personaggio maschile preferito, più di Darcy, sì. 
Mr Knightley è un gentiluomo, uno dei pochi in grado di capire la natura di Emma e in grado di consigliarla, un amico, un confidente, una persona di cui fidarsi ad occhi chiusi, un uomo col quale condividere le proprie passioni ma, soprattutto, in grado di smussare il carattere forte di Emma e di migliorarla. 
L'uomo perfetto. 


2 commenti:

  1. Ehm...coff coff... alcuni tra questi li ho letti, ma non svelerò quali per non gettare in pubblica piazza la mia ignoranza. :D
    Il Giardino Segreto avresti potuto inserirlo lo stesso, anche se letto in ritardo. Anche perché non è mai troppo tardi.
    Questa è una classifica che temo tantissimo e penso che la stilerò a 80 anni suonati.

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    1. Forse, se lo avessi letto a 13 anni, Il Giardino segreto avrebbe avuto un sapore più intenso.
      Leggerlo da grande credo abbia tolto qualcosa alla magia del romanzo. E' questa la ragione del mancato inserimento.
      Però pensa, avresti la possibilità di comparare quella di oggi a quella che verrà e vedere come nel tempo sia cambiata la percezione della vita e dei romanzi e quali sono sempre stati dei punti fermi, nonostante il trascorrere degli anni!

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