lunedì 30 dicembre 2013

Death comes to Pemberley

Quest'estate, ispirata da una classifica trovata su internet, mi ero imbarcata anche io nella sfida di stilare una classifica delle trasposizioni delle opere di Jane Austen e di tutti i film ispirati.

Oggi devo aggiungere un'altra opera che ho appena finito di vedere. Si tratta di Death comes to Pemberley tratto dal libro di P.D. James. La cara scrittrice non me ne vorrà ma sin dall'uscita me ne sono tenuta ben alla larga, non amando libri che si ispirano alle opere di zia Jane. Di certo non ha bisogno di pubblicità una scrittrice del suo calibro, a differenza di molti altri che hanno sfruttato il nome della Austen per vendere qualche copia in più, ma continuo ad essere diffidente.

Il 26-27-28 dicembre è andata in onda sulla BBC la trasposizione del romanzo, ambientato 6 anni dopo la fine di Orgoglio e Pregiudizio e al cui centro vi è un omicidio.
Il mio è un giudizio ovviamente limitato alla miniserie, un giudizio non di certo positivo.

Partiamo da quello che mi è piaciuto, faccio prima.
La fotografia, bellissima, così come le ambientazioni. Pemberley è ancora una volta Chatsworth, già vista nel film del 2005. Qui gli viene rese ancor più giustizia, è veramente uno spettacolo.


Passiamo agli attori. Le uniche che mi hanno convinto in pieno sono Eleanor Tomlison/Georgiana e Jenna Coleman/Lydia, non solo come aspetto ma soprattutto come resa del personaggio.
Darcy e Wickham si piazzano poco dietro. Matthew Rhys non è stato male come Darcy, certo un po' bassetto, ma tutto sommato convince. Il Wickham di Matthew Goode è uno dei protagonisti indiscussi, non sono convinta al 100% della caratterizzazione che gli si è voluta dare, ma ci siamo.
E passiamo alla nota dolente, all'errore madornale del casting: Elizabeth interpretata da Ann Maxwell Martin. Se per gli altri son passati solo 6 anni, per lei ne son passati circa 20. Non adatta al ruolo fisicamente, troppo vecchia, troppo anonima e, non è una cosa bella da dire, ma anche bruttina per interpretare Lizzie.
E' brava, sì è brava. Ma purtroppo anche l'aspetto conta molto.

Tre puntate son decisamente troppe. Per circa un'ora e mezzo si muore di noia e più si va avanti più si ha la sensazione di aver davanti una fanfiction. Era necessario distruggere il personaggio del colonnello Fitzwilliam? Lo si demolisce pezzo pezzo.
Fino ad arrivare al momento che nessuno avrebbe voluto vedere. Perché Lizzie e Darcy sono, per la maggior parte di noi, essere sovrannaturali che non vogliamo nemmeno immaginare in contesti troppo intimi. Almeno a me, sembra di violare la loro privacy (come se fossero persone reali, forse non sto molto bene).
A vederli che ci stavano per dare dentro mi son vergognata per loro.

Una miniserie dimenticabile che nella mia classifica si piazza al 14esimo posto, tra Mansfield Park 2007 e Emma BBC 1996. 


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